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Gemellaggio a tavola tra Pisa e Val di Cornia

By 26 Maggio 2003Rassegna Stampa

Gemellaggio a tavola in nome dell’enogastronomia tra vini e formaggi della provincia di Pisa e piatti della Val di Cornia.

Campo di questo piacevole incontro il ristorante Calidario a Venturina. Protagonisti in campo i vini della Fattoria Poggio Gagliardo di Montescudaio (omonima Doc) e alcuni formaggi della Fattoria Lischeto in località San Giusto di Volterra, nei piatti le proposte di Daniela e Stefania con lo staff della cucina del Calidario.

Padrini di questo momento di conoscenza di due interessanti realtà gli organizzatori della serata appunto Doriano Socci del Calidario e Gianni Minzera dei “Poderi di Maremma”. Hanno illustrato l’azienda e le caratteristiche dei vini di Poggio Gagliardo il proprietario Valter Surbone e una sua collaboratrice Ilaria Fontanelli.

Dopo l’aperitivo (spumante brut metodo Charmat “Granduca di Toscana”, chardonnay e sangiovese vinificato in bianco) il via ai piatti e relativi abbinamenti (servizio vini curato da Alvaro Ghelli): antipasti (salumi e Rovaggiolo dei Priori) con l’elegante bianco Lignalia Doc 2002 base vermentino en primeur, casarecci maremmani ai baccelli (una piacevole scoperta) e Tricotta divina Fattoria Lischeto con il Vignalontana (chardonnay in barrique sei mesi), classica tagliata di chianina con ruchetta e pecorino Maschio; la prima uscita di Ultimosole Igt Toscana 2000 cabernet sauvignon e franc taglio supertuscans, passato in legno 18 mesi, 12 in bottiglia, una sicura promessa.

In chiusura Moro in camicia un dolce tradizionale della zona con Rovo chinato prodotto da sangiovese, colorino, ciliegino, canaiolo tutti vitigni autoctoni di Montescudaio, aromatizzato in Piemonte e Grappa Fattoria Poggio Gagliardo distillatore Magnoberta di Casale Monferrato.

L’azienda Fattoria Poggio Gagliardo si estende per circa 400 ettari (60 a vigneto) sul digradare delle colline prospicienti il nostro mare nel territorio della Doc Montescudaio, enologo Giuliano Noè, agronomo Maurizio Chiappi.

26 Maggio 2003
Il Tirreno